domenica 1 novembre 2015

Libera (5)

In un altro momento Thalia avrebbe amato quell’abbraccio, ne avrebbe goduto ogni istante, tanto rare erano le occasioni per esprimere il suo affetto alla padrona. Ora, invece, se ne stava rigida, paralizzata dalla rabbia. Non aveva deciso lei di “unirsi e procreare”, lei non lo voleva quel bambino. La voce nella sua testa divenne un grido tagliente, tutti i suoi più oscuri desideri tornarono ad affastellarsi nella sua mente, così vividi che, se avesse avuto un coltello, Thalia avrebbe trovato la forza di attuarli. Perché, perché avrebbe dovuto sopportare tutto questo? Perché avrebbe dovuto vivere in esilio, lontana dall’unica parvenza di famiglia che avesse mai conosciuto? Calciope…Il pensiero andò a lei e realizzò che non l’avrebbe più rivista. E poi come avrebbe vissuto? Con chi? Sarebbe rimasta sola con l’incarnazione dell’uomo che l’aveva condannata.

Thalia si staccò dall’abbraccio della regina con uno strattone, ma riuscì a trattenere la furia fra i denti. Forse poteva ancora convincerla. «Mi signora – supplicò - deve esserci un altro modo. Non devi liberarmi di te, ma di questo.», e si artigliò il ventre con una mano. «Ho sentito altre schiave parlare di pozioni, rimedi…Sono ancora in tempo, non è troppo cresciuto perché abbiano effetto. Allora potrei tornare con te e tutto tornerebbe come prima! Non accadrà mai più, te lo prometto. Starò al fianco di Calcìope giorno e notte e il re non si accorgerà neanche della mia presenza.». Una valanga di parole, il tono concitato dell’ultima preghiera, come quella di un condannato a morte.

Adesso era Idia a fissarla un misto di orrore e compassione. «Tu non sai quello che chiedi, piccola mia. Non puoi uccidere la vita che ti cresce dentro senza uccidere anche una parte di te. Potresti pentirtene per il resto della tua vita.».

«Sono pronta a correre il rischio!».

«E se anche dovessi liberarti del bambino, di tuo figlio, che cosa faresti dopo? Eeta continuerebbe a tormentarti, saresti sempre una schiava e la mia protezione non varrebbe niente di fronte al comando del re.»

A questo Thalia non sapeva cosa rispondere, così Idia continuò. «Tua madre conosceva i pericoli che correva, dandoti alla luce, ma decise lo stesso di tenerti, soltanto per provare la gioia di stringerti tra le braccia, anche solo per poco. Io provai a nasconderla, ma ero giovane e ingenua e non ci riuscii. Quando fu portata via, mi fece promettere di prendermi cura di te. Ora ti sto dando la libertà, ed è il dono più grande che possa farti. Da oggi sarai tu a decidere della tua vita…e della sua.». La regina pose una mano su quella di Thalia, ancora poggiata sul ventre. Per un lungo istante le iridi verdi-azzurre della regina si incontrarono con quelle nere dell’ancella, e poi fu lei a cercare di nuovo l’abbraccio di Idia. 

Continua...

Nessun commento:

Posta un commento